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 LUCE  DI MILLE SOLI 

di  Romano Maria  Luisa

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LA SACERDOTESSA DEL SOLE
 

Il  sole  era  ancora  alto  sull'orizzonte  e  l'anziana  donna  faceva  fatica  a  salire  il lato della  montagna. Ancora pochi scalini, pensò, ancora pochi passi e sono in cima. La donna conosceva bene il sentiero a gradoni che portava lassù ... questa volta le parve più faticoso del solito. Si fermò. Guardò il sole. In tutta la sua vita non vi era stata cosa che avesse amato di più.  Tutta la sua vita era stata una lunga consacrazione al sole, come manifestazione visibile della Luce divina sulla terra. Quasi come fosse stato Dio stesso che discendeva sotto forma di raggi e di calore, manifestandosi in questo modo per l'umanità.  Si asciugò la fronte con il braccio. Questo gesto fece risuonare tutte le conchiglie e le pietre che portava appese al collo in lunghe collane. Alcune erano così lunghe che quasi le toccavano le ginocchia.  Il suo vestito era consunto  in brandelli che si muovevano al vento  all'unisono con il tintinnare delle conchiglie. La sua pelle era brunita dal sole e i suoi lunghi capelli, bianchi.

Quel giorno il sole le parve così caldo che quasi non le era d'aiuto per camminare neanche il suo bastone. Non era un bastone normale. Era un unico pezzo di legno tratto da una pianta che si diceva crescesse in oriente e dalle proprietà magiche. Ad ogni modo lei lo aveva avuto in dono  dal vecchio sciamano della tribù nel giorno in cui egli, prevedendo la propria morte, l'aveva scelta come erede. Le aveva lasciato in dono tutta la sua conoscenza, alcuni sassi magici, un vecchio libro fatto di pelle d'animale su cui erano stati segnati alcuni  simboli. Chiamandola vicino a sé, prima di morire, gli aveva bisbigliato all'orecchio di prendere anche il bastone. La donna sapeva bene che quello non era solo un dono, ma anche un alto merito di riconoscimento.. Aveva giurato di mantenerne alto l'onore.E così era stato. Nel tempo la gente  aveva imparato a rispettare la donna. Al principio non era  così. Sembravano non voler accettare, non voler capire perchè mai lo sciamano prima di morire avesse voluto nominare suo erede una donna, quella strana donna. Schiva, silenziosa, certamente non femminile nè dolce, ma dai grandi occhi scuri che in silenzio sembravano scrutare le persone, gli occhi delle persone fin dentro la profondità del loro essere, fin dentro l'anima. Aveva il dono di parlare con gli spiriti. Per questo motivo la gente la temeva anche un pò. Al suo passaggio essi si scansavano e, sopratutto, ne evitavano lo sguardo. La sciamana non si era mai posta troppo il problema. Le sembrava piuttosto che questo modo di evitare il suo sguardo gli  rendesse chiara la misura dei loro problemi. Così attendeva che loro si aprissero a lei. E lentamente così come un fiore si dischiude alla luce del giorno loro si aprirono e la accettarono. Lei rimase ciò che era sempre stata, silenziosa, schiva. Con il passare del tempo loro scoprirono che nei suoi occhi scrutanti vi era  una luce d'amore e saggezza. Molti anni erano passati.  Molti figli erano stati fatti nascere. Molti riti nuziali celebrati. Molte invocazioni,  saggi consigli, rituali,  erano stati donati con rispetto e amore. Tutto alla luce del dio Sole, Inti. Prosperità, luce e vita erano le attitudini del dio solare.

Molto tempo era passato.  Erala, la vecchia sciamana, sacerdotessa del dio Inti, il sole, sentiva di essere stanca.  Nel suo cuore chiese se per caso non fosse vicino alla fine dei suoi giorni.  Inti non rispose. Semplicemente continuò a brillare all'orizzonte. L’anziana donna sorrise tra sè e sè.
" Già - pensò - lo chiedo a te che sei eterno.. "

Riprese la salita. Il vento prese a soffiare più forte e questo le confermò che era giunta in cima. L'aria era abbastanza rarefatta a quell'altezza. Erala inspirò profondamente. Conosceva  bene quella sensazione di essere in cima al mondo e le procurava sempre un senso di profonda felicità. Guardandosi attorno trovò dei sassi e li mise a terra formando un cerchio. Poi,  impugnato il  bastone si preparò per il rituale. Sommessamente pregò davanti al sole, tracciò un cerchio a terra, poi intonando il canto propizio, vi danzò intorno, e infine masticò una radice di erba amara che cresceva  sulle sponde della montagna. Si sedette all'interno del cerchio e in assoluto silenzio attese.
Attese ascoltando il vento che sussurrava la sua preghiera a Dio. Attese osservando la solidità della montagna  che si  innalzava verso il cielo come una lode  a Dio. Attese guardando l'infinito spazio celeste del cielo, perdendosi nell'immensità di Dio. Attese. Ascoltando il battere sempre più calmo del proprio cuore, cosciente che li albergava Dio. Infine attese guardando il sole, Inti,  rosso nel cielo, ammirandovi la bellezza di Dio, e inspirò, assorbendo la sua luce..

E la visione venne.
Erala era abituata alle visioni. Nel tempo, durante la sua  gioventù aveva avuto molti contatti dalle sue 'guide'  ed il loro aiuto era stato sempre molto utile. Poi, divenuta sciamana, si era adoperata per rendere questi contatti con il mondo sovrasensibile utili agli altri. Molto spesso aveva tentato di far sì che questo mondo divenisse reale su questo piano per altri così come lo era per lei. Non poteva dire però di esserci riuscita. La gente sembrava non volersi avvicinare più di tanto  ad una realtà superiore o comunque non visibile in questo piano. Era per questo che amavano tanto il sole, perchè si poteva vedere, sentire. Lei, Erala era invece divenuta cosciente che il sole era solo una delle molteplici manifestazioni di un Dio onnipervadente sulla terra, e che quel Dio era presente ovunque attraverso gli elementi in una Forza o Energia che tutto pervadeva, comprendeva e oltrepassava…

La Visione

Sabbia calda sotto i piedi. Stava camminando sotto il sole. Si guardò intorno. Alzò gli occhi e guardò il cielo.  Fù allora che vide le colonne. Erano altissime. Guardò davanti a se e vide che ve ne erano una fila lunghissima. Si voltò e alla sua destra vide le piramidi. Tre. Sembravano essere in fila una davanti all'altra, almeno dal suo punto d'osservazione.

Improvvisamente un rumore alle sue spalle. Si accorse di non essere sola. Qualcuno le si affiancò, ora camminava  accanto a lei. Erala si voltò. L'uomo al suo fianco era alto, dai lunghi capelli lucenti e scuri, sulla pelle bronzea del volto risaltavano i lunghi e grandi occhi dallo sguardo penetrante. Portava una fascia intorno al capo  per fermare i capelli. Sulla fronte al centro della fascia vi era un sole d'oro. L'uomo si fermò e voltatosi verso di lei le parlò.

" Salute a te, donna. Io sono  Kephren Amn-ha  Ramset Fuhipe Oinra.
Il luogo in cui ti trovi è l'Egitto. Ti ho portato qui per parlarti e mostrarti delle cose che ti saranno utili per il messaggio che devi portare.  Quelle costruzioni che vedi alla tua destra sono le piramidi. Mio padre, Cheope, fece costruire la prima, ed io Kephren, feci costruire la seconda, mio figlio Micerino fece costruire la terza. Le volemmo lì, come tu le vedi perchè fossero in un futuro ancora lontano un segnale il cui simbolismo geometrico e vibrazionale giace nelle viscere del corpo umano. Tempo verrà in cui l'essere umano avrà dimenticato la sacralità e gli uomini saranno mossi soltanto da interessi personali. In quel tempo  ti contatterò ancora e tu sarai lì per ricordare, e, ancora una volta, trascrivere il mio messaggio. 
Durante tutte le tue vite sulla terra il tuo ruolo sarà sempre questo. Ricordare, agire da ponte tra la dimensione di luce e la Terra, mantenere aperto e saldo il ponte che diversamente  ci dividerà e farà si che l'umanità dimentichi. L'umanità intera è di origine divina. Il seme da cui è originalmente stata creata è di origine divina. La sua interiorità è di origine divina. Questo farà sì che nonostante le guerre, la fame, gli stermini, e le carestie, nonostante tutto e al di là di ogni cosa infine ogni uomo ritornerà alla sua vera origine .  Essere divino.
E allora commosso guarderà le stelle ricordando che la sua vera casa è l'universo intero e che la sua vita - lunga migliaia di vite- sulla Terra non è che una tappa necessaria per giungere infine alla comprensione della totalità della sua espansione come essere universale. Per questo lasciammo le piramidi. Come una mappa/tracciato, una freccia che puntava verso la via di casa. Vieni ora ti mostrerò qualcosa. "

In silenzio camminarono  per un breve tratto, l'uno a fianco dell'altra. Giunsero infine ai piedi  di un colossale essere di pietra che sembrava metà uomo, metà animale.
" Ciò che stai vedendo si chiama la Sfinge. Nel tempo futuro si troverà un pò più sepolto dalla sabbia ma ancora abbastanza visibile per rimanere una delle meraviglie del mondo. All'interno della Sfinge si trovano delle sale che sono state usate per fare delle iniziazioni ai Misteri Egizi. Vi sono anche delle sale dove  si trovano oggetti che l'umanità più avanzata del futuro non saprà ancora comprendere ma qui è scritta la vera storia dell'umanità. Il progetto dietro a queste costruzioni è far sì che ogni volta che l'uomo le guarda si risvegli nel suo inconscio il legame con queste forme piramidali e la loro frequenza energetica.

La Sfinge rappresenta il sole ed il suo legame con la luce è collegato ai chackra -punti energetici - dell'uomo e della Terra. Uomini di grande fede manterranno sempre nei tempi viva la fiaccola della  Tradizione Primordiale che riconduce alla sintesi di luce e divinità propria dell'uomo. Per questo molti saranno nei tempi uccisi, perseguitati, torturati, tutto per distogliere l'uomo dalla sua vera natura e poterlo soggiocare ma a nulla serviranno tutte queste cose. Vi sarà un anno al volgere di un millennio e alla fine di un era in cui l'energia, che alcuni lo vogliano o meno, cambiera improvvisamente e questo farà si che anche l'umanità cambi ritrovando pienamente le sue origini divine.

Il volto della Sfinge che vedi è il mio. Verrà un tempo in cui un uomo farà deturpare quel volto. Ma quel volto rappresenta apposto dovè, il volto della divinità, e colui che lo farà deturpare in realtà toglierà agli uomini nel futuro la possibilità di leggere più chiaramente il messaggio della Sfinge. Io sono il Faraone Kephren. Sono disceso sulla Terra come un Heolam, o Elohim, una divinità creatrice, un co-creatore.

Ho vissuto ogni mia vita sulla Terra amando, seguendo, ricordando la Luce da cui provenivo. Alla mia discesa ero un essere di Luce. Come Kephren ero il Faraone colui che deteneva il Verbo Solare. Durante la mia vita in Egitto cambiai molte cose, e lì le mie spalle furono ricoperte dal manto azzurro del lapislazzuli. La piramide di Kephren si trova al centro della cintura di Orione ed è una porta dimensionale verso la vostra casa di provenienza. Qui tu eri mia figlia. Come Fuhipe sarò un Sacerdote Solare in sud America. Insegnerò e porterò avanti non solo il culto del Sole ma la divinità della Luce. Sarò lì quando tu accetterai di sacrificare il tuo cuore in offerta per l'Anima del mondo. Sarò tuo tutore ed iniziatore. Ascolta figlia quanto ti chiedo ora. Tu tornerai dopo questa visione al tuo popolo. Fin dove puoi parla loro, aiutali. Aiutali...  Aiutali.

Un giorno in un lontano futuro tu ricorderai. Ricorderai la Via del Sole. E questo risveglierà la tua consapevolezza. Allora ricorderai queste mie parole dettate  in uno spazio senza tempo proprio perchè non fossero mai dimenticate. Sarà un tempo in cui molti tuoi fratelli e sorelle avranno   bisogno di aiuto. Allora renderai note queste mie parole e molte altre. Perchè molti ricordino. Perchè si risveglino. E sappilo. Anche allora sarò lì con te". Fuhipe si mosse verso di lei a l’abbracciò. Si abbracciarono. Comprese allora che stava riabbracciando un antico amico per il quale aveva sempre provato profondo amore e rispetto. 
Quando si sciolsero dall’abbraccio si rese conto che quell’amore non si era ne si sarebbe mai spento. Egli la guardò profondamente negli occhi.. e in quello  sguardo Erala si vide. Donna in un paese lontano nel futuro seduta in meditazione davanti al fuoco di un camino acceso.. avere una visione..  tanto sole, sabbia calda sotto i piedi.. una lunghissima fila di colonne davanti alle piramidi, l’Egitto antico, e due esseri, un uomo e una donna,  forse ad un tempo chi può dire in quale vita, padre e figlia, ambedue dall’aspetto molto antico, che colloquiavano a lungo per poi salutarsi con profondo amore e rispetto, abbracciandosi.

La vecchia sciamana aprì gli occhi con un sussulto. La visione le era ancora davanti agli occhi, e le parole  risuonavano dentro come echeggiando..  aiutali.. aiutali..   Orione.. la porta dimensionale.. . Ricorda la Via del Sole..
Davanti a lei il sole stava tramontando. Il vento continuava  a soffiare la sua eterna preghiera.
Rimase a lungo seduta lì, ad ascoltare il sibilo del vento tra le cime della montagna. Il sole tramontò.

Infine si rialzò lentamente. Un sorriso illuminò il  suo viso pieno di rughe.  Dal profondo del cuore ringraziò Dio per aver voluto ancora una volta renderla uno strumento del Suo lavoro. Guardò  il cielo, che volgeva verso sera, assorta, quasi dovesse esservi lì qualcosa da leggere, capire. Poi si mosse e ripensando, le sfuggi un sorriso.. “però che strano” pensò –“nel futuro mi somiglierò ancora..”
Intonò un'antica litania cantata dai sciamani prima di lei, e iniziò a scendere.
Nel cielo stellato notturno, la costellazione di Orione brillava  alta sull’orizzonte.

 

 

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